Dopo circa due mesi di quarantena, il governo italiano inizia gradualmente ad allentare il lockdown e lascia intendere che sia arrivata l’ora di dare avvio alla cosiddetta Fase 2.
Questa fase coinciderĂ soprattutto con il riavvio della produzione e con il ritorno sui luoghi di lavoro: un rientro che deve essere graduale, in ossequio alle nuove regole di sicurezza imposte dal Decreto Cura Italia e dai decreti seguenti.
In particolare, gli esercenti attività d’impresa, arte o professione soggiacciono all’obbligo di sanificare i luoghi di lavoro, mediante la nebulizzazione di sostanze disinfettanti o attraverso l’impiego di ozono, in modo da rendere gli ambienti salubri.
La sanificazione non è prevista come un’attività da compiersi una tantum, ma viene connotata come un obbligo periodico, il quale accompagnerà dunque i datori di lavoro nel corso dei mesi a venire.
Tale attività comporterà evidentemente anche dei costi per le imprese, costi che il Ministero dello Sviluppo Economico intende in parte “rimborsare” attraverso l’introduzione di un CREDITO D’IMPOSTA SANIFICAZIONE, con il quale le aziende possono recuperare, sotto forma di un credito d’imposta, il 50% delle spese relative alla disinfezione sostenute nel corso dell’esercizio 2020.
I costi sostenuti per sanificare gli ambienti e gli strumenti di lavoro non sono gli unici ammissibili al credito; vi rientrano infatti anche le spese per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale dei lavoratori e per l’acquisto di altri dispositivi di sicurezza dei lavoratori.
Fra i dispositivi di protezione individuale rientrano:
- mascherine chirurgiche, mascherine Ffp2 e Ffp3
- guanti
- visiere di protezione e occhiali protettivi
- tute di protezione e calzari
Fra gli altri dispositivi di sicurezza atti a proteggere i lavoratori dall’esposizione accidentale ad agenti biologici o a garantire la distanza di sicurezza interpersonale rientrano:
- barriere protettive
- pannelli protettivi
- detergenti mani
Il tetto massimo rimborsabile per ogni richiedente sarĂ di 20.000 euro.
Ad oggi tuttavia il decreto attuativo non è ancora stato pubblicato. Permangono dunque alcuni dubbi sulle modalità di funzionamento dello strumento: verosimilmente per ottenere il riconoscimento del credito d’imposta le imprese e i professionisti dovranno presentare apposita documentazione delle spese sostenute.
Nell’attesa che vengano fornite regole più precise, è utile quindi che le aziende inizino sin da ora a tenere traccia di tutte le spese e dei pagamenti sostenuti relativamente ad interventi di sanificazione e all’acquisto di dispositivi di protezione individuale e di sicurezza per i lavoratori.
La riapertura in sicurezza è una questione che spesso si rivela complicata e necessita di competenze diverse.
A supporto di quelle attivitĂ che si preparano alla Fase 2, Startiamo c’è con RI-PARTIAMO, un progetto di consulenza su misura per riaprire in sicurezza.Â
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Il team di STARTIAMO
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