Quando parliamo di progetti imprenditoriali, la prima cosa che ci viene in mente è l’idea dalla quale partire. L’idea, il sogno, l’intuizione, sono certamente beni “immateriali”, che hanno un valore anche in bilancio, ma questo non basta per fare impresa.
Durante i meeting di Startiamo (più di 100 nel 2019), abbiamo investito tempo per ascoltare le idee degli “starter”, ma solo in pochi hanno dimostrato un approccio più ampio, che comprende una pianificazione mentale: si dà spesso per scontata, finendo così per non svilupparla.
Ma andiamo per gradi.
Durante gli incontri in STARTIAMO, la mente dello starter si concentra quasi esclusivamente sul valore dell’idea, ma questo è un approccio incompleto, favorito spesso da una comunicazione diffusa dai media che pone troppa attenzione sull’idea, proponendo esempi di successo planetario spesso non calati nella realtà.
Attenzione, questo non significa che non bisogna sognare, ma assieme al sogno bisogna pianificare.
Avere una pianificazione mentale significa ad esempio concentrarsi sui punti di debolezza del proprio progetto imprenditoriale, ed esserne soprattutto consapevoli dopo che si è studiato con passione il mercato in cui si vuole operare. Significa maturare riflessioni con altre persone a seguito di piccole intuizioni mentre ad esempio si sta passeggiando o mangiando un gelato, le notti in cui ci si sveglia e si scrive un appunto che si ha sognato. E ancora, significa una sana ossessione per tutto quello che ha a che fare col tuo progetto, scovando ogni segnale dalle pubblicità, dai comportamenti delle persone, dalla comunicazione web, dalle abitudini, eccetera.
La consulenza non può generare questo approccio, poiché queste caratteristiche mentali non si possono insegnare: è una curiosità che si possiede, che viene dalla passione, che poi si tramuta in qualcosa di più pratico, di più pianificato.
Ma non demotiviamoci.
C’è un fattore che fa da collante per favorire questo approccio mentale, e cioè il team, il gruppo, la squadra.
Con STARTIAMO nell’ultimo periodo abbiamo dato il via, internamente, a due progetti molto differenti, che riguardano rispettivamente la produzione di mascherine (progetto Mask Force) e la creazione di un servizio per la ripartenza della attività artigianali (Ripartiamo).
Ciò che ha fatto la differenza in questi progetti è stato il contributo di ciascun membro del team, magari non tecnicamente preparato, ma che ci ha aiutato ad ampliare le nostre visioni e vedere il progetto sotto diversi punti di vista e a sviscerarlo in ogni parte. Questo ci ha permesso di rendere progetti più concreti.
È quindi necessario sviluppare un approccio mentale non solo orientato al prodotto, all’idea, ma soprattutto orientato a tutto quello che ci sta intorno, che non è meno importante.
Il team valorizza questo approccio, perché favorisce il confronto tra competenze e punti di vista, senza il quale non è possibile maturare visioni critiche costruttive del proprio progetto.
I pilastri di questo approccio mentale sono la curiosità, la passione, lo studio, l’empatia e tutte quelle caratteristiche “trasversali” che rendono l’idea realizzabile.
Per tutto il resto, poi, c’è STARTIAMO.
Damiano Santini, COfounder di Startiamo
Il team di Startiamo

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