Il tema della sicurezza è certamente uno tra i più delicati per l’avvio di una nuova impresa, specialmente perchè ci sono molti aspetti di cui tener conto: salute, sicurezza, sostenibilità, ambiente, certificazioni, permessi, igiene, normative . . . 

Con questo approfondimento dunque, più che dare risposte probabilmente genereremo nuove domande, ma niente panico: le potrete rivolgere al team di Startiamo!

 

 

Voglio aprire una start up innovativa, inizialmente non avrò dipendenti ma solo soci lavoranti: ho responsabilità penali in materia di sicurezza e salute dei lavoratori?

Prima di rispondere bisogna capire l’azienda come verrà costituita e di conseguenza comprendere chi all’interno della azienda avrà determinate responsabilità.

  • Se costituisco una società di persone ad esempio una S.n.c. tutti i soci rispondono penalmente in caso di reati in materia di sicurezza sul lavoro (D.lgs 81/2008 e/o D.Lgs.152/2006).
  • Se costituisco una società di capitali ad esempio una S.r.l. (ricordo che tutte le startup innovative sono S.r.l.), tralasciando i casi più complessi dove vi sono procure e/o deleghe specifiche, chi risponde penalmente secondo il D.Lgs 81/2008 e il D.lgs 152/2006 è il presidente del consiglio di amministrazione.

Tornando alla domanda per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro (d.lgs 81) anche se non ci sono dipendenti, il vertice aziendale (presidente del CdA) ha responsabilità penali nei confronti degli altri soci.

Quindi rientra in tutti gli obblighi previsti dal D.lgs.81 come:

  • redigere il Documento di Valutazione dei Rischi
  • nominare il Responsabile del Servizio di prevenzione e protezione
  • nominare nei casi previsti (dove ci sono rischi per la salute) il medico competente
  • organizzare i corsi di formazione obbligatori (antincendio pronto, soccorso, sicurezza dei lavoratori)

 

 

Per avviare la mia attività devo Certificarmi?

Prima definiamo cosa significa Certificarsi. Ci sono Certificazioni di Prodotto e Certificazioni di Processo (marchio di certificazione).

Per rispondere alla domanda bisogna analizzare il mercato di riferimento e come si vuole collocare, in esso, la startup. In maniera rapida si verifica se i potenziali concorrenti espongono delle certificazioni, così da avere una panoramica delle certificazioni utili/obbligatorie richieste in quel mercato.

Per fare una rapida verifica si può accedere al sito di www.accredia.it  (Ente delegato dal governo italiano in tema di certificazioni) cliccare sulla banca dati scrivere l’anagrafica dell’azienda che si vuole monitorare ed ottenere un estratto delle certificazioni che l’azienda ha ottenuto.

Di norma è il mercato, i clienti che richiedono che un’azienda sia certificata salvo qualche rara eccezione, dove di fatto risulta obbligatorio essere certificati per poter operare.

Ad esempio il mercato della formazione in regime di accreditamento Regionale (in molte regioni italiane) obbliga le aziende private ad ottenere la certificazione di qualità 9001.

In altri settori, come nell’automotive, non è obbligatorio, ma di fatto se non sei certificato i potenziali clienti quasi non ti considerano. 

Voglio aprire una start up innovativa, ho responsabilità penali in materia di tutela ambientale?

In campo ambientale tutte le aziende hanno obblighi secondo il D.Lgs.152/2006 ma l’impatto dipende dal tipo di attività che viene svolta.

Facendo un esempio, se abbiamo un’impresa digitale con una stampante dovremo preoccuparci quasi esclusivamente di smaltire correttamente il toner usato (attenzione: le aziende hanno obblighi differenti dalle famiglie in materia di gestione rifiuti).

Se invece abbiamo un’attività produttiva dovremo preoccuparci, oltre alla corretta gestione dei rifiuti, di eventuali fumi che emettiamo in atmosfera (ricordo che tutti i camini devono essere autorizzati dall’ente preposto). Infine dovremo autorizzare gli scarichi idrici (tutti gli scarichi in acque reflue o superficiali devono essere autorizzati).

Le procedure di autorizzazione sono relativamente complesse e variano di provincia in provincia e di regione in regione quindi prima di avviare un’attività produttiva è necessario verificare che la stessa possa essere collocata in un determinato luogo.

Sono molteplici i casi dove un nostro coinvolgimento tardivo rispetto all’avvio di una attività ha generato all’imprenditore perdite ingenti.

 

L’ultimo caso è una start up che pur avendo un’idea innovativa per il recupero dei metalli contenuti in apparecchiature elettroniche, ha costituito la società, stipulato un contratto di locazione immobiliare per il capannone, versato la caparra, avviato l’acquisto delle apparecchiature necessarie …per poi coinvolgere i nostri esperti e scoprire, dopo attenta verifica, che in prossimità del capannone scorre un corso d’acqua per il quale la provincia ha messo un vincolo escludente per quel tipo di attività. A quel punto l’azienda è stata costretta a pagare delle penali, il che ha generato la necessità di investire nuove risorse che ormai erano terminate…l’azienda ha chiuso.

Massimiliano Pasini

Il team Startiamo

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